Il laser ad uso terapeutico viene utilizzato con diversi nomi, essendo noto dal 2015 come fotobiomodulazione per i suoi effetti sull’organismo1.
Il laser si caratterizza per essere monocromatico, ovvero caratterizzato da un’unica lunghezza d’onda. Costante, avendo una perfetta sincronizzazione delle onde (disposizione coordinata di creste e valli), di cui è possibile la sovrapposizione, questo significa che i fotoni si trovano nella stessa fase temporale e spaziale. Collimato, ovvero con una concentrazione di energia in un unico punto e in un’unica direzione.
La lunghezza d’onda è dovuta alla natura ondulatoria dei fotoni, l’energia che viene assorbita dall’organismo. In terapia laser, si lavora all’interno di un intervallo di lunghezze d’onda che rientrano nel rosso e nell’infrarosso, caratterizzate dall’avere un effetto NON IONIZZANTE.
Quando questa luce, con le determinate caratteristiche precedentemente citate, viene assorbita dall’organismo, si producono gli effetti della fotobiomodulazione. I cromofori sono responsabili dell’assorbimento di energia, i più importanti dal punto di vista terapeutico sono la melanina, la citocromo-c ossidasi e l’emoglobina. Rispettivamente, vengono assorbite le lunghezze di 660 nm, 808 nm, 920 nm.
Gli effetti iniziano a livello di emoglobina e citocromo-c ossidasi. L’emoglobina è responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni alla cellula: una volta raggiunta la cellula, avviene lo scambio di ossigeno, facendolo passare all’interno della cellula. Grazie alla terapia laser, si ottiene un miglioramento di questo tipo di scambio. L’ossigeno passa nei mitocondri, nella cui membrana mitocondriale è situata la catena respiratoria, formata da quattro complessi proteici, il cui ultimo enzima è il citocromo-c ossidasi..
L’ossigeno passa attraverso questi enzimi, producendo reazioni di ossidoriduzione (redox), stimolando l’ATP sintasi, con produzione di ATP. Questo ATP fornisce energia alle cellule, regolando un gran numero di reazioni, come la pompa Na+/K+ ATPasi (ovvero la pompa sodio-potassio). Nelle cellule danneggiate si è visto che questo ATP non può essere prodotto, mentre tramite l’applicazione della terapia laser è possibile la produzione di questo ATP.
Come conseguenza di queste reazioni di ossidoriduzione, oltre all’ATP, vengono prodotti una serie di radicali liberi noti come specie reattive dell’ossigeno (ROS)2. In situazioni di stress ossidativo, processi infiammatori cronici e concentrazioni inadeguate possono causare ossidazione cellulare ed essere correlati alla citotossicità. Mentre in concentrazioni fisiologiche, questi ROS sono legati al rilascio di diversi fattori di crescita legati alla riparazione dei tessuti poiché promuovono il differenziamento cellulare (come, tra gli altri, quello neuronale).
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D’altra parte, l’ossido nitritico (NO) si trova nel citocromo c, quando viene stimolato dalla luce laser, avviene la dissociazione della citocromo-c ossidasi, in modo che l’ossigeno possa passare nella catena respiratoria, producendo reazioni di ossidoriduzione (redox). A sua volta, questo NO stimola la microcircolazione, provocando la vasodilatazione3.
Tutto ciò porta agli effetti generali, ma non solo, legati alla componente analgesica, ovvero il controllo dell’infiammazione e la biostimolazione di diversi tessuti.
Grazie ai protocolli messi a disposizione da DoctorVet è possibile ottenere la fotobiomodulazione tramite terapia laser.
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