La gengivostomatite è un processo cronico, relativamente a cui l’eziopatogenesi non è ancora nota con esattezza. In medicina felina, ne viene colpito il 3,9% dei pazienti1. Provoca un disagio significativo e a volte può essere proliferativa, andando a colpire tutti i tessuti a contatto con la saliva e la placca batterica, tra cui la gengiva, la mucosa alveolare, labiale, sublinguale, l’arco glossopalatino e il palato molle. A causa della sua complessità, la sfida diagnostico-terapeutica è considerevole.
È caratterizzata da un’infiammazione e/o ulcerazione grave e persistente che dura più di 6 mesi, con il coinvolgimento dei tessuti molli del cavo orale, oltre a presentare faringite ed esofagite; la sua presenza può interessare fino al 98% dei pazienti. Questo tipo di esofagite è correlato al rilascio di alcune citochine proinfiammatorie2.
I fattori coinvolti nella malattia sono vari; tra di essi, vi è la presenza di malattie infettive come il calicivirus felino, l’herpesvirus felino, il virus dell’immunodeficienza, il virus della leucemia felina, le patologie parodontali. In aggiunta ad altri fattori ambientali, tra cui lo stress, la convivenza con numero maggiore di gatti ne aumenta l’incidenza3.
I batteri hanno un ruolo importante nello sviluppo della malattia. Nei pazienti affetti da gengivostomatite, si rileva una predominanza di Pasteurella multocida, così come di batteri gram-negativi e anaerobi. Si pensa che anche il Filafactor e il Peptostreptococcus abbiano un ruolo nella gengivostomatite cronica felina4.
Per quanto riguarda la diagnosi differenziale, è essenziale differenziare tra neoplasie, stomatite uremica, granulomi. Per questa diagnosi, si raccomanda innanzitutto di svolgere un esame corretto per conoscere gli agenti patogeni coinvolti, la realizzazione dell’ematologia e della biochimica (dato che il 10% dei pazienti con gengivostomatite presenta una nefropatia cronica5), di biopsie e di esami radiologici.
Per quanto concerne il trattamento, si raccomanda un approccio multimodale che include il controllo della placca, il controllo di altre malattie, il controllo dell’infiammazione, l’uso di antibiotici, il trattamento chirurgico (estrazione di denti), l’uso di interferone ricombinante omega felino, ciclosporina, corticosteroidi, cellule staminali ecc. In molti casi, nonostante l’intervento chirurgico, si rende necessario il trattamento farmacologico per il controllo del dolore e dell’infiammazione. Molti di questi pazienti necessitano di un trattamento a vita.
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Nonostante la complessità della gengivostomatite, conseguenza della mancanza di conoscenza dell’eziopatogenesi, la terapia laser si rivela uno strumento utile, poiché può aiutare nel controllo dell’infiammazione, nella riduzione del dolore e nella guarigione delle lesioni derivanti dalla patologia6. Può anche aiutare grazie all’effetto antimicrobico dato che, come accennato poco sopra, molti dei batteri coinvolti sono anaerobi e, con la laserterapia, si è notato un effetto antimicrobico di molti dei batteri anaerobi (nonostante si rendano necessari ulteriori studi). Altri studi hanno dimostrato un effetto benefico sui virus7. L’obiettivo principale resta comunque evitare le recidive e diminuire i farmaci.
DoctorVet si rivela un grande aiuto come trattamento coadiuvante per la gengivostomatite felina.
È possibile effettuare il trattamento per via intra-orale, subito dopo l’intervento, grazie al manipolo spot, per poi precedere al trattamento, senza bisogno di sedare il paziente e aprire la bocca (ossia trans-orale, a bocca chiusa), con il manipolo sweeping, in modalità senza contatto, con la ripulitura dell’area caudale fino alle labbra e alla zona del mento. In questo modo, è possibile raggiungere l’intera cavità orale.
I protocolli selezionati sono: infiammazione, infezione superficiale (trattamento intra-orale), infezione profonda (bocca chiusa), estrazione dei denti (immediatamente dopo l’intervento), lesioni orali.
Il programma di trattamento è ogni 4-5 giorni all’inizio del trattamento; le sessioni vengono quindi distanziate fino a ottenere un approccio di mantenimento.
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