L’osteoartrite od osteoartrosi (OA) è la malattia articolare più comunemente diagnosticata in medicina veterinaria, che influisce negativamente sulla funzionalità e di conseguenza sulla qualità della vita dei pazienti1. È una malattia cronica degenerativa delle articolazioni, che colpisce almeno il 26% della popolazione canina adulta e l’80% dei cani in età geriatrica. È anche la causa più comune di zoppia nei cani di età superiore a un anno2.
La patogenesi dell’OA inizia nei condrociti danneggiati in seguito al rilascio di mediatori proinfiammatori, che causano la sinovite, con conseguente rilascio di mediatori quali prostaglandine, citochine (IL-1b e TNF-a), fattori di crescita legati alla formazione di osteofiti e fattore di crescita nervosa3. Il risultato finale è una distruzione della matrice, seguita da alterazioni dei sistemi di riparazione della cartilagine, che interessano tutte le strutture articolari.
Esistono elementi che possono aggravare la condizione, come l’età (>4 anni), il sovrappeso (alcuni studi hanno dimostrato i benefici della perdita di peso nel miglioramento dell’OA4) e la razza, in quanto le razze di taglia grande sono più predisposte.
L’OA può essere classificata come primaria o idiopatica e secondaria2. L’OA primaria è caratterizzata dall’assenza di una malattia di base e di solito si verifica nei pazienti anziani a causa della progressiva usura della cartilagine. L’OA secondaria è caratterizzata da un fattore scatenante (displasia, rottura del legamento crociato anteriore, trauma, OCD, tra le altre cose)2.
Questi pazienti presentano sintomi variabili a seconda del grado di coinvolgimento, ma si osservano difficoltà ad alzarsi, zoppia a freddo, andatura rallentata, diversi gradi di zoppia e/o diminuzione dell’attività fisica5.
In termini di diagnosi, è essenziale una corretta valutazione funzionale accompagnata da esami complementari, tra cui l’analisi del liquido sinoviale, gli studi sui biomarcatori e la diagnostica per immagini (radiografie, risonanza magnetica, TC, ecografia e artroscopia). Inoltre, è necessario valutare le condizioni generali del paziente, ai fini della determinazione delle migliori soluzioni terapeutiche.
Nella gestione dell’OA è importante il trattamento multimodale, che comprende la dieta, il controllo dell’attività, il miglioramento dell’ambiente, il trattamento farmacologico, il trattamento chirurgico, la medicina rigenerativa, i prodotti nutraceutici e la riabilitazione.
La laserterapia, grazie ai suoi effetti generali: analgesia, controllo dell’infiammazione ed effetto biostimolante, è molto utile nel trattamento dell’osteoartrite, sia in medicina umana che veterinaria6,7. La laserterapia ottiene un effetto analgesico attraverso diverse vie e può contribuire ad alleviare il dolore causato dall’OA8,9. È stato dimostrato che la laserterapia è in grado di ridurre e regolare alcune citochine come IL-1b e TNF-a10. Inoltre, il suo effetto biostimolante può contribuire a stimolare la rigenerazione della cartilagine.11.
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DoctorVet prevede protocolli specifici per le diverse articolazioni, tenendo conto delle caratteristiche di ciascuna di esse.
Le cinque fasi presenti nei protocolli di DoctorVet tengono conto dei diversi tessuti interessati nell’articolazione. Inoltre, questi protocolli possono essere combinati con il dolore generale e/o l’infiammazione, a seconda dei sintomi del paziente. Si consiglia di utilizzare il manipolo per il massaggio in modalità a contatto. Se il paziente non tollera la modalità a contatto, si raccomanda il manipolo con tecnica a scansione in modalità senza contatto. In entrambi i casi tramite una tecnica di scorrimento.
Lo schema di trattamento prevede una fase iniziale in cui questi pazienti vengono trattati 2-3 volte a settimana fino a quando si osservano gli effetti della fotobiomodulazione, per poi essere progressivamente distanziati fino a raggiungere la fase di mantenimento in cui il trattamento può essere eseguito ogni 3-6 settimane, a seconda della risposta e del grado di coinvolgimento del singolo paziente.
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