La malattia infiammatoria intestinale è una delle cause più comuni di vomito cronico e diarrea nei gatti adulti. Si tratta di una sindrome multifattoriale con un infiltrato infiammatorio nell’intestino. L’intestino tenue è di solito la sede principale dell’infiltrato infiammatorio, tuttavia le lesioni possono essere presenti anche nello stomaco o nell’intestino crasso1.
I sintomi sono la perdita di peso, che può essere rapida e grave, accompagnata da vomito e/o diarrea. Il vomito è caratterizzato da vomito intermittente, di solito con episodi di vomito frequente per alcuni giorni intervallati da periodi senza vomito. Il vomito può essere costituito da cibo non digerito, schiuma o bile. Per contro le feci sono voluminose, di consistenza semisolida o acquosa. Altri sintomi includono polifagia ciclica e anoressia1.
La natura delle lesioni suggerisce un problema immunologico. L’infiltrato infiammatorio osservato comprende linfociti e plasmacellule. In una percentuale minore di casi, può essere presente un infiltrato eosinofilo, granulomatoso o suppurativo. Questa malattia infiammatoria è stata collegata alla giardiasi o all’ipertiroidismo. D’altra parte, la crescita batterica nei gatti è un aspetto controverso2.
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La diagnosi si basa su un’anamnesi clinica completa, che tenga conto dei sintomi del paziente, insieme a esami del sangue e delle feci; la palpazione può talvolta rivelare un ispessimento intestinale. Gli esami del sangue possono mostrare iperglobulinemia, alterazioni dei parametri epatici, diminuzione dei livelli di B12 e aumento della lipasi pancreatica specifica dei felini. All’ecografia possono comparire sottili alterazioni della mucosa e linfoadenopatie. Per la diagnosi definitiva si raccomanda una biopsia3.
Il trattamento consiste in una gestione dietetica basata su proteine idrolizzate da un’unica fonte. È incluso anche il trattamento con prednisolone. Nei casi di malattia infiammatoria intestinale eosinofila, la malattia è più refrattaria e talvolta non risponde ai corticosteroidi. Pertanto, si raccomanda l’idrossiurea. Inoltre, si consigliano anche probiotici, vitamina K e vitamina B124.
In questi casi, la terapia laser può essere utile per la sua modulazione dell’infiammazione, risultando di aiuto nella regolazione del problema di autoimmunità che si verifica5. Esistono articoli, nella letteratura per l’essere umano, che dimostrano i benefici della laserterapia nelle malattie autoimmuni come l’alopecia areata6 o in altri problemi polmonari. Inoltre, esistono già articoli in medicina veterinaria che dimostrano i benefici della laserterapia per la diarrea, come l’articolo del Dr. Alves pubblicato nel 2022 per i cani in cui si dimostra l’utilità della laserterapia nella diarrea cronica7.
DoctorVet dispone di diversi protocolli che possono aiutare nel trattamento di queste diarree. In questi casi, a causa dell’alterazione del sistema immunitario, il protocollo più indicato è quello per l’infiammazione.
A causa della controversia sulla iperproliferazione batterica, se si sospetta una disbiosi, si raccomanda una combinazione del protocollo per l’infiammazione con quello per l’infezione profonda. Se il paziente lo tollera, la tipologia di manipolo più consigliata è quella per massaggio a contatto con tecnica a scorrimento sull’area addominale che copre le anse intestinali.
Nel caso in cui il paziente non tolleri la modalità a contatto, si consiglia di utilizzare il manipolo a scansione in modalità senza contatto, mantenendo la stessa tecnica di trattamento.
Il programma di trattamento in fase iniziale è di 2-3 sedute a settimana, da distanziare progressivamente fino a una volta quando si iniziano a osservare gli effetti della fotobiomodulazione.
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