La pododermatite nei volatili è definita come un processo infiammatorio degenerativo, che può causare infezioni profonde, comprese lesioni tendinee e osteomielite delle ossa metatarsali e delle falangi1.
È essenziale conoscere le caratteristiche anatomiche di quest’area per comprendere la patologia e la gravità che possono verificarsi. La superficie plantare è caratterizzata da una superficie ruvida che presenta numerose protuberanze (papille). Il cuscinetto è formato da tessuto connettivo e grasso tra il derma e i tendini. Nonostante queste caratteristiche, la distanza tra la superficie, i tendini e le ossa è molto ridotta2.
I primi segni che compaiono in questa patologia sono l’ischemia e la necrosi dei tessuti molli, che portano al rilascio di mediatori dell’infiammazione, che porta a ulteriori lesioni e alla trombosi dei piccoli vasi sanguigni.
Ciò che si può osservare è un’infiammazione, eritema, croste e lesioni umide a uno stadio iniziale.
Quando la lesione diventa cronica, compare l’ipercheratosi, l’assottigliamento dell’epitelio seguito dall’ulcerazione del tessuto. Questa lesione può progredire nel tessuto sottocutaneo e può causare infezioni secondarie. I microrganismi più comuni negli psittacidi sono Staphylococcus spp3.
Il peggioramento della condizione porta all’osteomielite, alle tendinopatie e all’artrite, con una prognosi sfavorevole in questo stadio della malattia, che conduce a patologie sistemiche come l’endocardite e la poliartrite4.
Nei rapaci, è stata stabilita una classificazione da I a V della dermatite del cuscinetto del piede: I (identifica la pododermatite più lieve), mentre V (identifica una prognosi di stadio grave)5.
È essenziale conoscere i fattori scatenanti della dermatite ai cuscinetti plantari, che includono il sovrappeso (considerando che le specie più grandi sono maggiormente predisposte)3, le caratteristiche del posatoio degli uccelli, la mancanza di attività, l’alimentazione (ad esempio l’ipovitaminosi A negli psittacidi e la mancanza di biotina nei tacchini) e la mancanza di igiene nelle gabbie2.
Per la diagnosi, la storia clinica e l’esame di questi pazienti sono essenziali. Esami del sangue completi per assicurarsi che non ci siano malattie concomitanti che aggravano la condizione, così come la presenza di infezioni. Possono essere necessarie anche metodiche di imaging a seconda dell’estensione della lesione2.
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Per quanto riguarda il trattamento, a seconda del grado di lesione, sono necessari trattamenti topici, bendaggi, trattamenti sistemici, così come la chirurgia per la resezione del tessuto necrotico. Inoltre, è essenziale migliorare l’ambiente del paziente, nel caso in cui le cause siano dovute a una cattiva gestione.
La terapia laser è raccomandata per la pododermatite in diverse specie di esotici2. Tale terapia può aiutare a stimolare la microcircolazione6, stimolare i fibroblasti7, controllare l’infiammazione8 e aiutare con le infezioni9.
DoctorVet dispone di protocolli specifici per volatili. In caso di pododermatite si raccomanda l’applicazione con manipolo zoom, con tecnica a scansione senza contatto. I protocolli raccomandati possono variare a seconda del grado di lesione, combinando l’infiammazione con la ferita aperta, subdermica (a seconda del grado di lesione) e/o infezione.
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