Si presenta il caso di un cavallo da salto di 4 anni con lesione all’estensore comune delle dita dell’arto posteriore sinistro. Il paziente è stato operato per la lesione, per mancanza di forza del tendine, il paziente non riesce a raggiungere una corretta estensione in fase di volo, con conseguente flessione in fase di appoggio, e conseguente nuova recidiva, insieme a una ferita importante.
Si opta per la chiusura per seconda intenzione, con trattamento laser e bendaggi per prevenire la recidiva della lesione.
Nella prima sessione, si misura l’area di trattamento, selezionando i parametri più appropriati per la lesione (FOTO 1). L’area di trattamento era di 150 cm2 prendendo 3 cm2 di tessuto sano intorno all’area della lesione. Inoltre, i bordi sono stati puliti in anestesia locale e il tessuto necrotico è stato rimosso prima del trattamento laser.
I protocolli selezionati durante la fase iniziale sono stati infiammazione, infezione profonda e sottocutaneo. È stato eseguito un trattamento a giorni alterni (FOTO 2, quattro giorni dopo la prima sessione). Viene utilizzata una tecnica di applicazione a scansione, in modalità senza contatto con il manipolo a scansione.
Le foto 3 e 4 sono scattate tre giorni dopo la foto 2 e mostrano un netto miglioramento della lesione. Le misurazioni vengono effettuate per riadattare il dosaggio del paziente, tenendo conto che il tessuto sano circostante viene sempre preso in considerazione.
La foto 5 è scattata 6 giorni dopo le due foto precedenti, nonostante la riduzione delle dimensioni della lesione, il colore non è ancora ottimale. Si opta pertanto per il mantenimento del protocollo di infezione.
Vedere per credere!
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Le foto 6 e 7 sono state scattate 5 giorni dopo la foto 5. Dato il buon aspetto della ferita, il dosaggio del protocollo sottocutaneo viene aumentato al 25%, il protocollo di infezione non viene più utilizzato e il protocollo di infiammazione viene mantenuto. La tecnica e il modo di applicazione sono gli stessi dell’inizio della terapia, così come il manipolo utilizzato. Inoltre, le sessioni sono distanziate a due sessioni a settimana. (Foto 8 evoluzione della lesione).
Le foto 9 e 10 mostrano il miglioramento della ferita, queste foto sono state scattate 11 giorni dopo le foto 6 e 7. La foto 11, scattata tre giorni dopo le foto 9 e 10, considera un aumento del dosaggio del protocollo sottocutaneo e interrompe l’utilizzo del protocollo di infiammazione.
Vedere l’evoluzione della foto 12, 13, 14 e 15 fino alla chiusura totale della ferita in un totale di 30 sessioni.
Il paziente non ha presentato alcuna complicazione, a partire dalla Foto 1, non è stata necessaria la ripresa di alcun bordo della ferita. Inoltre, non sono stati osservati cheloidi, essendo la terapia laser, in ogni momento, un elemento di controllo del processo di guarigione del paziente.
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