Oggi in medicina veterinaria esistono sempre più dispositivi per la terapia laser, ognuno dei quali mira a offrire opzioni di trattamento efficaci in modo semplice e competente. Nella maggior parte dei casi, a causa della domanda del mercato, molti dispositivi si concentrano sulla creazione di protocolli tramite cui il veterinario può eseguire la terapia, senza bisogno di formazione.
Tuttavia, in questo processo di creazione di protocolli sempre più efficaci e di trattamenti più brevi per i colleghi veterinari, viene trascurata una delle opzioni più importanti: le tecniche di trattamento e le modalità di applicazione.
Esistono due tecniche di trattamento: focale e a scansione.
Il primo è caratterizzato dalla suddivisione dell’area da trattare in punti, ognuno dei quali deve ricevere uno stesso dosaggio al fine garantire l’ottimizzazione del trattamento. Inoltre, il Dr. Enwemeka raccomanda di eseguire questa tecnica in modo sequenziale piuttosto che in modo casuale, dato che può portare a un maggior numero di errori e a risultati variabili. Questa tecnica di applicazione focale è consigliata per i dispositivi laser IIIB e per quelle di classe IV a bassa potenza (le apparecchiature laser possono essere suddivise in fasce di potenza: i laser di classe IIIB dispongono di una potenza massima di 0,5W, mentre i laser di classe IV sono quelli con una potenza massima superiore a 0,5W).
La tecnica di trattamento a scansione è caratterizzata dal fatto che il manipolo è in continuo movimento, coprendo l’intera area di trattamento. La velocità di scansione dipende dalle caratteristiche del dispositivo e spetta al marchio stesso addestrare gli utenti all’applicazione dei suoi trattamenti. Con questa tecnica è importante mantenere la perpendicolarità rispetto all’area di trattamento e la velocità di scansione, altrimenti si possono creare variabili in grado di modificare i risultati. Questa tecnica di applicazione è la tipologia preferibile per i laser di classe IV.
Per quanto riguarda la modalità di applicazione, può essere applicata in modalità di contatto e senza contatto.
La modalità a contatto è quella maggiormente raccomandata da diversi autori, tra cui il Dr. Enwemeka nell’articolo pubblicato nel 2009. Inoltre, sono stati pubblicati diversi articoli che dimostrano i vantaggi di questa tecnica, caratterizzata dal contatto del manipolo con la superficie del paziente. Questa è la tecnica più consigliata perché evita la perdita di energia dovuta alla riflessione che può verificarsi ed è indicata nella maggior parte dei casi. Molti autori, per migliorare la modalità di contatto, raccomandano di applicare una pressione, se il paziente lo consente, per il raggiungimento dei tessuti più profondi.
La modalità senza contatto è caratterizzata dall’assenza di contatto del manipolo con la superficie del paziente. Sebbene sia indicata la modalità a contatto, ci sono circostanze in cui la modalità a contatto non è raccomandata. In dermatologia, è generalmente consigliata la modalità senza contatto, in ambito intraoperatorio e nei processi acuti o in circostanze di iperalgesia in cui il paziente non tollera la modalità a contatto.
È interessante prendere in considerazione entrambe le modalità.
Se si pensa che l’energia fornita al corpo con la terapia laser sono fotoni con determinate caratteristiche di lunghezza d’onda, considerando il laser in funzione, la luce che si vede riguarda i fotoni che vengono somministrati all’organismo.
Se viene applicata in modalità senza contatto, è possibile osservare una maggior parte di luce, il che significa che si crea un riflesso, ovvero una parte dei fotoni viene riflessa sulla superficie del paziente, con una conseguente perdita di fotoni e quindi di energia.
Se si applica in modalità di contatto è possibile vedere una minore quantità di luce, pertanto questa viene assorbita dal paziente. Come si può vedere nei video, è importante essere a conoscenza della modalità a contatto e senza contatto.
Vedere per credere!
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Esistono dispositivi con manipoli che ottimizzano sia la modalità a contatto che quella senza contatto per evitare la riflessione. Altri manipoli, pur essendo in modalità di contatto, cioè toccando la superficie del paziente, non sono realmente di questo tipo, in quanto c’è una distanza tra l’uscita del fascio e il punto di arrivo sulla superficie del paziente.
Questa tipologia di manipoli è caratterizzata dal fatto che, anche se a contatto con il paziente, la luce è ancora visibile. Va ricordato che questo rappresenta una perdita di energia.
L’obiettivo dei manipoli è quello di migliorare la tecnica di scansione in modalità a contatto. Mentre nei manipoli sviluppati per la modalità senza contatto, l’obiettivo è focalizzare il fascio per evitare il più possibile la perdita di fotoni.
Esiste pertanto la tecnica di applicazione a scansione e quella focale, ognuna delle quali è consigliata in base alle caratteristiche del dispositivo. Inoltre, la modalità a contatto è quella più consigliata perché riduce la riflessione, mentre la modalità senza contatto è consigliata in dermatologia.
DoctorVet fornisce un dispositivo con laser di classe IV, con una potenza media di 8W e una potenza di picco di 16W, il che significa che la tecnica di trattamento consigliata è quella a scansione. Inoltre, viene supportata la modalità a contatto. A tale scopo, è disponibile il manipolo per massaggio per la tecnica di applicazione a scansione in modalità a contatto. Per la modalità senza contatto, al fine di evitare il più possibile la riflessione, è disponibile il manipolo a scansione.
La velocità di scansione dipende dalle caratteristiche del dispositivo e dei manipoli utilizzati, per questo DoctorVet forma i veterinari all’uso della tecnica di scansione e sulla velocità da utilizzare a seconda del manipolo utilizzato.
DoctorVet basa i propri protocolli e le tecniche di applicazione sulla scienza attualmente esistente nel settore della laserterapia.
Siete interessati a saperne di più? Non esitate a contattarci, l’intero team di DoctorVet sarà lieto di rispondere alle vostre domande.
“La scienza è più di un semplice insieme di conoscenze: è un modo di pensare”. (Carl Sagan)
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